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Lucio Anneo SENECA

LATTANZIO- De mortibus persecutorum

LATTANZIO- De Mortibus persecutorum - Wikipedia

Principi e rispetto verso le altre religioni,
non ancora compresi, oggi, nel nostro terzo millennio.

«Quando noi, Costantino e Licinio imperatori, ci siamo incontrati a 
Milano e abbiamo discusso riguardo al bene e alla sicurezza pubblica, ci è sembrato che, tra le cose che potevano portare vantaggio all'umanità, la reverenza offerta alla Divinità meritasse la nostra attenzione principale, e che fosse giusto dare ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che a ciascuno apparisse preferibile; così che quel Dio, che è seduto in cielo, possa essere benigno e propizio a noi e a tutti quelli sotto il nostro governo.»

"De mortibus persecutorum" è un trattato attribuito a Lattanzio, che descrive le morti dei persecutori dei cristiani. L'opera è stata scritta in un contesto storico significativo, in particolare dopo l'editto di Milano del 313, 

 

De mortibus persecutorum
Autore Lattanzio
1ª ed. originale 316-321
Editio princeps Parigi, 1679
Genere trattato
Lingua originale latino

De mortibus persecutorum (dal latino, «Le morti dei persecutori») è un trattato in lingua latina attribuito allo scrittore cristiano Lattanzio.

Contenuto

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Composto negli anni immediatamente seguenti all'Editto di Milano, il trattato aveva lo scopo morale di istruire i cristiani su quale fosse la sorte che spettava ai nemici di Dio. Esso narra, con uno stile scorrevole e a tratti molto crudo e vivace, la vita, le sofferenze e la fine tragica di tutti i persecutori del cristianesimo, da Nerone fino a Massimino Daia. L'opera si articola in oltre cinquanta capitoli, i più ricchi dei quali sono quelli dedicati ai tetrarchi e ai loro successori.

L'attribuzione del De mortibus persecutorum è stata anche oggetto di dibattito: lo scritto infatti, per il gusto del macabro di molte scene e lo stile ardente e diretto si differenzia dalle altre opere di Lattanzio in cui prevale invece un'eloquenza molto più pacata. Secondo Arnaldo Momigliano[1] l'autore del De mortibus persecutorum è forse l'unico scrittore cristiano dell'epoca che si diffonda su eventi sociali e politici e lo fa con uno spirito conservatore e senatoriale che deve risultare imbarazzante per coloro che identificano i cristiani con l'amore per gli strati sociali più poveri e deboli.