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Lucio Anneo SENECA

Ufo - Caso Roswell

Caso Roswell

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Cronaca dell'incidente sul Roswell Daily Record dell'8 luglio 1947, in cui si accenna alla cattura di un misterioso "disco volante" da parte delle forze aeree militari statunitensi.

Con caso Roswell, o anche incidente di Roswell (Roswell incident) si fa riferimento all'episodio avvenuto nell'omonima località degli Stati Uniti d'America il 2 luglio 1947, quando un pallone sonda del progetto militare Mogul precipitò al suolo, generando una leggenda metropolitana in merito allo schianto di un'astronave aliena.[1][2]

La vicenda divenne presto famosa in quanto le prime notizie divulgate dai giornali ipotizzarono che si fosse verificato lo schianto di uno o più UFO al quale, secondo alcune teorie, sarebbe seguito il presunto recupero di cadaveri di extraterrestri da parte dei militari americani.[3] Dopo la prima smentita ufficiale da parte dell'aeronautica il caso venne sostanzialmente dimenticato, salvo poi tornare a raccogliere interesse da parte dei media alla fine degli anni '70, in seguito alle illazioni dell'ufologo Stanton T. Friedman e alle varie teorie del complotto che ne conseguirono.

Dopo due inchieste interne aperte negli anni '90 al fine di fugare ogni dubbio sull'accaduto, è stato reso noto che il reale oggetto schiantatosi a Roswell era un modulo del Progetto Mogul, operazione segretissima intrapresa dal governo statunitense per indagare sull'esistenza di eventuali test atomici e lanci di missili balistici da parte delle forze sovietiche.[4] Le indagini confermarono che i fenomeni di carattere ufologico segnalati tra Roswell e la vicina Corona coincidevano con la rotta delle sonde Mogul e che la riservatezza del governo sull'accaduto venne adottata per scongiurare l'ipotesi che informazioni sensibili, come quelle riguardanti le strategie di spionaggio nei confronti dell'URSS, finissero sotto i riflettori mediatici. Inoltre, il secondo rapporto (The Roswell Report: Case Closed, datato 1997) dimostrava come certe testate giornalistiche ed esponenti della comunità ufologica avessero manipolato la narrazione dei fatti, generando una forte disinformazione mirata ad alimentare la leggenda dell'ipotesi extraterrestre.[5]

Nonostante la massiccia operazione di demistificazione e l'accuratezza della ricostruzione e delle prove fornite, il caso Roswell rimane un esempio celebre del folclore nordamericano moderno e continua ad essere una delle vicende maggiormente citate nel campo dell'ufologia.

A tale storia si collegano le leggende sull'Area 51, che secondo la maggior parte dei sostenitori della teoria del complotto avrebbe ospitato i resti dell'astronave precipitata e i cadaveri dell'equipaggio extraterrestre.

L'inizio degli avvenimenti e la nascita del Caso Roswell[modifica | modifica wikitesto]

La vicenda ebbe inizio la notte del 3 luglio 1947, quando si verificò uno schianto nella contea di Chaves, situata 90–100 km a nord-ovest di Roswell, un'isolata cittadella del Nuovo Messico di 27.000 abitanti, per la maggior parte allevatori e soldati della vicina base aerea. La mattina successiva, l'allevatore William Ware Mac Brazel trovò nel suo ranch alcuni rottami, costituiti da una grande quantità di lamine, asticelle e lattice. Il 6 luglio, Mac Brazel si recò a Corona per informare lo sceriffo, George Wilcox, e mostrare i resti rinvenuti nella sua proprietà: il contadino decise di informare le autorità locali quando già in città circolavano voci riguardanti "dischi volanti", come l'avvistamento di strani oggetti volanti non identificati da parte di due coniugi del luogo, i coniugi Wilmot, nella sera del 2 luglio. Braze condusse lo sceriffo, accompagnato probabilmente da un militare ("un uomo in abiti borghesi", nei rapporti) sul luogo del ritrovamento per raccogliere ulteriore materiale da visionare e analizzare. Il primo rapporto parla di "pezzi di gomma, stagnola, carta piuttosto robusta, asticelle di legno e un filo di nylon" appartenenti ai resti di un oggetto di provenienza ignota.[6][7]

L'8 luglio 1947, l'ufficio di informazioni al pubblico della Roswell Army Air Field (RAAF), nel Nuovo Messico, emise un comunicato stampa, pubblicato dal quotidiano Roswell Daily Record,[8] in cui veniva descritto il recupero di un oggetto volante non identificato da parte del personale militare del campo, da un ranch vicino Roswell, scatenando l'intenso interesse dei media. Il giorno dopo arrivò la prima smentita dell'aeronautica, la quale dichiarò che dal personale RAAF era stato recuperato un pallone sonda, e non un "disco volante".[9]

L'avvenimento trovò spazio in altri giornali locali, per filtrare successivamente in quelli nazionali, dando inizio ad un vero e proprio fenomeno mediatico. Così scriveva il San Francisco Chronicle del 9 luglio 1947:

(EN)

«The many rumors regarding the flying disc became a reality yesterday when the intelligence office of the 509th Bomb group of the Eighth Air Force, Roswell Army Air Field, was fortunate enough to gain possession of a disc through the cooperation of one of the local ranchers and the sheriff's office of Chaves County. The flying object landed on a ranch near Roswell sometime last week. Not having phone facilities, the rancher stored the disc until such time as he was able to contact the sheriff's office, who in turn notified Maj. Jesse A. Marcel of the 509th Bomb Group Intelligence Office. Action was immediately taken and the disc was picked up at the rancher's home. It was inspected at the Roswell Army Air Field and subsequently loaned by Major Marcel to higher headquarters.»

(IT)

«Le numerose voci riguardanti il disco volante sono diventate realtà ieri quando l'intelligence del 509º Bomb Group dell'Ottava Air Force, Roswell Army Air Field, ha avuto la fortuna di entrare in possesso di un disco volante con la collaborazione di uno degli allevatori locali e dello sceriffo della contea di Chaves. L'oggetto volante è atterrato in un ranch vicino a Roswell la scorsa settimana. Non avendo un telefono, l'allevatore ha tenuto il disco fino a quando non è stato in grado di contattare l'ufficio dello sceriffo, che a sua volta lo ha riferito al Maggiore Jesse A. Marcel del 509º Bomb Group Intelligence Office. Sono immediatamente scattate misure e il disco è stato subito prelevato a casa dell'allevatore. È stato perquisito dalla Roswell Army Air Field e successivamente trasportato dal maggiore Marcel al quartier generale più alto.»

Prime smentite della notizia dello schianto di un velivolo extraterrestre[modifica | modifica wikitesto]

Un pallone sonda meteorologico NOAA appena dopo il lancio.

«Eravamo effettivamente in possesso di un disco volante, era stato trovato in un ranch a nord di Roswell. L'informazione fu data a me e al comandante, il colonnello Blanchard. La copertura fu orchestrata molto bene e velocemente da Washington attraverso vari canali. Dovevamo dire che era tutto falso, e che era solo un pallone meteorologico.»

La versione del ritrovamento di un disco volante fu subito negata dal governo e dall'esercito statunitense, non appena alcuni resti ritrovati nella Foster Ranch di Corona vennero inviati dalle autorità locali a Dallas per una certificazione. Il 9 luglio 1947 venne infatti smentita la prima sensazionale notizia riportata dal Roswell Daily Record, secondo cui la RAAF (Roswell Army Air Field) avrebbe recuperato un disco volante, e sul Fort Worth Morning Star-Telegram venne pubblicato l'esito degli accertamenti da parte di Irving Newton, esperto ufficiale della stazione meteorologica di Fort Worth, che aveva identificato l'oggetto rinvenuto come una tipologia di pallone sonda "ray wind" non conosciuto dal personale della base aerea di Roswell, usato per determinare la direzione e la velocità dei venti in alta quota. L'articolo venne accompagnato dalla foto dei resti inviati alla stazione meteorologica sorretti dall'ufficiale. Anche il Generale Roger M. Ramey confermò che si trattava di una sonda ray wind e, come ulteriore dimostrazione, furono scattate altre foto ritraenti un soldato, il maggiore Jesse Marcel, mentre mostrava tutti i resti dell'oggetto precipitato.

La dimostrazione dell'aeronautica e delle stazioni meteorologiche risolsero i dubbi generati dalla prima notizia dell'ufficio stampa di Roswell, e il caso venne risolto e presto dimenticato.

Ripresa del Caso Roswell e nuovo interesse dei media[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1978 Stanton T. Friedman, ufologo ed ex ricercatore di fisica nucleare, intervistò Jesse Marcel, il maggiore che nel 1947 fu fotografato con i resti del pallone sonda e che insieme al generale Roger Ramey sostenne che era ciò che si schiantò a Roswell. Nell'intervista, il maggiore dichiarò che la versione dell'aeronautica militare era un falso intento ad insabbiare la verità e nascondere ciò che realmente precipitò nel Nuovo Messico nel luglio del '47.[12]

Nel 1980, con la consulenza di Friedman, William Moore e Charles Berlitz pubblicarono il libro The Roswell Incident, riportando l'incidente di Roswell sotto l'attenzione dei media a livello mondiale.[13] Il nuovo scenario che si stava ipotizzando prevedeva l'esplosione di un'astronave e la conseguente caduta di frammenti in territorio di Corona sul ranch di Brazel (avvenuta la notte tra il 2 e il 3 luglio), mentre il corpo centrale del velivolo sarebbe poi precipitato nella Piana di San Augustin a circa duecento chilometri a nord-ovest di Roswell, dove sarebbero stati recuperati anche i cadaveri di alcuni umanoidi, l'equipaggio alieno del disco.

All'inizio degli anni novanta l'ufologo Kevin Randle, ufficiale in congedo dell'USAF, condusse una propria indagine e insieme a Donald R. Schmitt pubblicò nel 1991 il libro UFO Crash at Roswell, arricchendo la storia di nuovi particolari. A sua volta Friedman riprese le indagini e nel 1992 pubblicò insieme a Don Berliner il libro Crash at Corona.

Tra la ricostruzione di Randle e quella di Friedman vi sono delle discordanze sul luogo di impatto finale dell'UFO, che per Friedman sarebbe avvenuto nella Piana di San Augustin e per Randle a 40 miglia (circa 65 km) a nord di Roswell[14]; inoltre per Randle l'UFO sarebbe caduto due giorni più tardi, nella notte del 4 luglio[15].

Le inchieste interne e la scoperta del Progetto Mogul[modifica | modifica wikitesto]

Il 15 febbraio 1994, in risposta a un'inchiesta parlamentare sul caso Roswell, l'Aeronautica militare aprì un'indagine interna atta a chiarire, una volta per tutte, la faccenda. Fu così scritto e pubblicato un primo rapporto ufficiale, The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico Desert, nel 1995, e un secondo e finale rapporto nel 1997.

Come riportato dal primo rapporto sul caso Roswell pubblicato negli anni novanta, a schiantarsi non fu una sonda meteorologica, bensì un modulo appartenente al Progetto Mogul, un'operazione Top Secret della United States Air Force dedita a monitorare le attività dell'Unione Sovietica e il suo possibile avanzamento nello sviluppo di bombe atomiche. I Mogul erano costituiti da una fila di palloni sonda variabile dai 20 ai 30, seguiti da una coda di grandi dimensioni formata da una dozzina di riflettori radar. Probabilmente, un Mogul misurava circa 100 metri, e lo schianto di uno di essi avrebbe creato dei campi di detriti in una zona più o meno estesa.

Le testimonianze di tale progetto risalgono precedentemente al 1947: fu ideato inizialmente dal geofisico Maurice Ewing, come dimostrato in un promemoria spedito al generale Carl A. Spaatz, comandante delle Army Air Forces, dove suggeriva un modo per poter rilevare eventuali test atomici sovietici. Aveva infatti scoperto che a una quota di 14 000 metri vi era un "canale acustico" in cui si sarebbero potute "ascoltare" le esplosioni dovute a test atomici sovietici. All'epoca però nessun aereo era in grado di arrivare a tali quote e quindi si decise di impiegare delle sonde specifiche. Per la realizzazione dei palloni l'aeronautica stipulò un contratto con la New York University che organizzò il cosiddetto balloon group, diretto da Athelstan Spilhaus. Dopo i primi lanci di prova effettuati tra aprile e maggio 1947 dal campo di football della Leigh University a Bethlehem, in Pennsylvania, si decise di spostare il sito di lancio nella base aerea di Alamogordo, nel Nuovo Messico. Il modulo precipitato tra il 2 e il 3 luglio 1947 fu il Mogul appartenente al volo n.4: alcuni avvistamenti (l'avvistamento dei coniugi Wilmot) e alcune ipotetiche registrazioni radar dimostrerebbero inoltre che un oggetto volante proveniente da Alamogordo proprio in quella notte si sarebbe diretto verso Corona. Il rapporto ufficiale ha anche chiarito che gli strani simboli simili a geroglifici osservati da Brazel ed altri testimoni su alcuni frammenti precipitati al suolo erano in realtà i disegni di un motivo floreale presenti sul nastro adesivo del pallone[16].

Gli ufologi e i sostenitori della versione dello schianto dell'UFO cercarono di contrastare la versione ufficiale del governo, prendendo in considerazione un test a cui vennero sottoposti il veterano Earl Fullford (sergente della base aerea di Roswell negli anni quaranta e presunto impiegato del prelevamento dei detriti nel luogo dell'impatto) e Jesse Marcel Jr. (figlio di Jesse Marcel, maggiore dell'esercito direttamente coinvolto nelle vicende dell'incidente del 1947). I due uomini, che raccontarono di aver visionato e toccato i resti del velivolo precipitato, furono chiamati per analizzare vari materiali, tra cui il mylar, principale composto dei palloni sonda. I due indicarono però un foglio di acetato come ciò che più si avvicinava al materiale dei resti dell'incidente di Roswell, quando nella composizione di un pallone sonda appartenente al progetto Mogul non compare l'acetato in strisce o in fogli, ma solo del nastro in acetato.

È impossibile accertare la validità del presunto test, effettuato per un documentario. Inoltre, i detriti ritrovati da Mac Brazel nella sua proprietà, portati allo sceriffo di Corona ed elencati nel primo rapporto ufficiale delle autorità locali, fanno tutti parte della composizione di un normale pallone aerostatico, come riportato da un articolo del CICAP a cura di Massimiliano Teso:

«L'ipotesi extraterrestre però è sicuramente meno solida dovendo fare ricorso a un'elaborata operazione di insabbiamento, finalizzata a nascondere fino a oggi le prove del ritrovamento di un disco volante precipitato nel 1947 e dei corpi dell'equipaggio alieno. Risulta inoltre difficile pensare che un'ipotetica astronave aliena possa essere costituita da materiale come gomma, stagnola, asticelle di legno di balsa e nastro adesivo.[17]»

Comunicati radiofonici riservati[modifica | modifica wikitesto]

L'8 luglio del 1947, i fatti vennero descritti grazie al testo del comunicato, redatto dal tenente Walter Haut, funzionario del Public Information Office del Campo d'Aviazione di Roswell, su ordine diretto dell'allora comandante della base, Colonnello William Blanchard, che recita quanto segue:

«Le numerose voci concernenti i dischi volanti sono finalmente diventate realtà ieri, quando il Reparto Informazioni del 509º Gruppo da Bombardamento dell'VIII Forza Aerea del Campo di Aviazione di Roswell ha avuto la fortuna di entrare in possesso di un disco con la collaborazione di un allevatore del posto e dello sceriffo della Contea di Chaves (omissis). L'Aeronautica è passata immediatamente all'azione e il disco è stato rimosso dalla casa dell'allevatore, quindi esaminato nel Campo di Aviazione di Roswell e infine inviato dal maggiore Marcel al quartier generale.»

Teorie ufologiche nel dettaglio e altre teorie del complotto[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i sostenitori della teoria della caduta di un'astronave, i militari ritrovarono il corpo centrale del disco volante e ad alcuni chilometri di distanza rinvennero i corpi degli extraterrestri che sarebbero stati alla guida dell'UFO. Il tutto fu portato alla base militare di Wright Patterson e, in seguito, i rottami e i cadaveri sarebbero stati trasferiti all'interno della cosiddetta Area 51, una base sperimentale e militare statunitense che per questo motivo da allora gode a livello popolare di una certa notorietà.

Secondo la teoria sviluppata a partire dalla fine degli anni settanta, lo schianto vero e proprio si verificò nella pianura di San Augustin, situata a duecento chilometri di distanza da Roswell. Barney Barnett, un ingegnere addetto alla salvaguardia del territorio, fu il primo a parlare di tale ipotesi, sostenendo di aver assistito allo schianto di un velivolo mentre si trovava in quella zona per lavoro, dovendo aiutare la popolazione locale a sviluppare dei progetti per la protezione del luogo. Barnett raccontò che poco dopo i militari giunsero presso il punto d'impatto, rendendolo inaccessibile. Non è comunque noto se si sia mai veramente schiantato un velivolo - di matrice terrestre o non - nella pianura di San Augustin: uno dei principali sostenitori di questa ipotesi nell'ufologia moderna è Art Campbell, che ha più volte effettuato dei sopralluoghi sul presunto luogo dello schianto, tracciando una possibile pista dell'impatto e rinvenendo alcuni oggetti. In un documentario, il reperto più strano raccolto da Campbell venne analizzato da un gruppo di ispettori, identificandolo come un composto organico con parecchio materiale di riempimento, dovuto al contatto con la sabbia ed il terreno, ed in seguito come polietilene ad alta densità.

Una versione vuole quindi che il velivolo sia precipitato nella pianura di San Augustin, generando più di un campo di detriti, compreso quello del ranch di Brazel. Altre versioni invece parlano di due punti d'impatto differenti, che sarebbero avvenuti nello stesso momento o in un lasso di tempo separato, a distanza di un paio di giorni (il 2 e il 4 luglio)[15].

Dopo il caso Roswell, gli Stati Uniti cominciarono a smentire duramente i casi UFO. Questo fatto è stato interpretato dai sostenitori dell'ufologia e delle teorie del complotto come l'inizio di una "congiura del silenzio", che sarebbe il tentativo dei governi di voler secretare la verità sui contatti con gli alieni.

Nell'ambito delle teorie del complotto vi sono altre teorie alternative a quella dell'astronave extraterrestre.

Nel 1995 l'ufologo Johannes von Buttlar ha dichiarato ad un congresso di ufologia di avere visionato dei documenti segreti da cui risulterebbe che l'UFO di Roswell era in realtà una macchina del tempo e i suoi piloti erano uomini provenienti dal futuro. Per nascondere questa notizia sconvolgente, sarebbero state messe in circolazione la versione ufficiale del pallone sonda e la versione ufficiosa del disco volante extraterrestre. Von Buttlar ha successivamente raccontato la sua versione dei fatti in un libro[18].

Nel 2005 l'ufologo britannico Nick Redfern ha sostenuto in un suo libro di avere ricevuto confidenze da un agente dei servizi segreti britannici secondo cui a Roswell è caduto un pallone sonda, ma all'interno della navicella non vi erano manichini ma prigionieri di guerra giapponesi, usati come cavie umane per studiare gli effetti dell'alta quota sull'organismo umano[19].

Esiste inoltre un'altra versione, sostenuta da una giornalista del Daily Beast, Annie Jacobsen. La giornalista dichiara nel suo libro Area 51 di aver ricevuto delle informazioni sensazionali da un ex ingegnere del contractor della difesa statunitense, la EG&G, secondo cui l'incidente di Roswell fu architettato da Stalin per seminare il panico negli USA. Secondo questa versione il dittatore sovietico, ispirandosi al celebre racconto di Orson Welles intitolato La guerra dei mondi, avrebbe spedito verso l'America un cacciabombardiere Horten Ho 229 con all'interno alcuni esseri umani deformi e mutati da esperimenti eugenetici da Joseph Mengele. Questa operazione nacque quindi con l'intento di terrorizzare gli Stati Uniti, ma fallì quando il velivolo precipitò a Roswell a causa di una tempesta[20]. Annie Jacobsen ha riportato questa versione in un suo libro intitolato Area 51, pubblicato nel 2011.

Principali testimoni che sostengono la versione dello schianto di un UFO[modifica | modifica wikitesto]

Possibili luoghi dello schianto di Roswell

Mac Brazel[modifica | modifica wikitesto]

Il primo testimone dell'ipotetico schianto fu un contadino di Corona, William Ware Mac Brazel. L'uomo affermò di avere sentito una forte esplosione proveniente dal suo ranch e che il giorno dopo, uscito di casa, notò dei frammenti a lui estranei in tutto il suo ranch e nell'area circostante, l'uomo ne portò la maggior parte allo sceriffo di Roswell, George Wilcox. Lo sceriffo a sua volta li giudicò molto strani e li portò a far analizzare alla base militare di Roswell. Qui, il maggiore Jesse Marcel e la équipe li giudicarono non appartenenti ad un missile o ad un aerostato, ma forse appartenenti ad un'astronave.[21] La notizia della caduta di un UFO fu subito smentita dalla stampa, alla quale gli alti gradi militari comunicarono che ricerche più approfondite diedero alla luce i resti di un pallone sonda.

Walter Haut[modifica | modifica wikitesto]

L'allora tenente Walter Haut, che aveva l'incarico di curare le pubbliche relazioni della base militare di Roswell e fu responsabile del famoso comunicato stampa dell'8 luglio del 1947, ha lasciato una sua dichiarazione firmata e sigillata da aprirsi solo dopo la sua morte (avvenuta il 15 dicembre 2005). In essa egli dichiara in sostanza che la prima versione pubblicata nel comunicato stampa in questione era esattamente veritiera circa i fatti: "Sono convinto che quello che io personalmente osservai era un tipo di astronave e il suo equipaggio provenienti dallo spazio".[22]

Il testo integrale della dichiarazione giurata è stato pubblicato nel giugno 2007 nel libro Witness to Roswell: Unmasking the 60 Year Cover-Up.[23] Secondo gli autori, Haut aveva giurato al suo amico colonnello Blanchard di non rivelare in vita nessuna informazione sull'accaduto. Pertanto, aveva sempre negato di essere stato testimone degli eventi, dicendo di aver rilasciato informazioni che gli erano state riferite.

Nella sua dichiarazione, Haut raccontò che l'8 luglio 1947, a seguito del comunicato stampa dato nel pomeriggio, era stato portato in un hangar della base dal colonnello Blanchard. Qui vide un'astronave a forma di uovo lunga circa 4 metri e mezzo e diversi piccoli corpi di circa un metro di altezza con le teste di grandi dimensioni. Era sicuro che i corpi erano alieni e si trovavano sul veicolo spaziale schiantatosi a Roswell. Haut ha inoltre dichiarato che c'erano due zone con i detriti, il primo era un campo di detriti di grandi dimensioni a circa 75 miglia a nord-ovest di Roswell (il sito indagato dal maggiore Marcel), mentre il secondo era a circa 40 miglia a nord della città, dove erano stati trovati l'astronave principale ed i corpi. Il sito a nord era stato trovato da civili il 7 luglio. Nel corso della riunione della mattina dell'8 luglio, in cui Haut partecipò, gli ufficiali della base vennero informati degli strani detriti trovati in giro, che nessuno seppe identificare. Haut disse che ci fu una discussione su ciò che doveva essere raccontato al pubblico. Il Generale Ramey era arrivato per partecipare alla riunione. Ramey suggerì di comunicare all'opinione pubblica solo del campo di detriti più distante, come diversivo, per distrarre dalla zona più importante con i corpi e il veicolo spaziale. Egli seppe che Ramey stava eseguendo gli ordini del Pentagono. Haut aggiunse che non era a conoscenza esattamente di quali informazioni divulgare. Il comunicato stampa che venne emesso dopo poche ore descrisse solo la prima zona con i detriti in termini generali, dicendo che l'United States Army Air Forces era venuto in possesso di un "disco volante" con la collaborazione di un allevatore locale, ed era stato trasferito ai "piani più alti" dopo essere stato esaminato alla base. Il Generale Ramey disse in seguito che un pallone meteorologico fosse stato erroneamente identificato come un disco volante.

Alcuni però dubitano che la dichiarazione sia stata scritta proprio da Haut e rilevano comunque che a partire dal 2000 lo stato mentale dell'ex militare non gli permetteva di ricordare con certezza dettagli del suo passato. Per questi motivi, l'attendibilità della dichiarazione è molto dubbia.[24]

Elias Benjamin[modifica | modifica wikitesto]

In un documentario video della serie Sci Fi Investigates del canale Syfy, nel corso dell'episodio dell'8 novembre 2006 intitolato The Roswell Incident vi è l'intervista a Elias Benjamin, poliziotto militare del 390º Air Service Squadron che la notte tra il 7 e l'8 luglio scortò tre corpi sotto un lenzuolo dall'Hangar 84 all'ospedale della base militare di Roswell. Egli racconta che durante il trasporto uno dei corpi sembrava muoversi, e che durante il trasferimento, il lenzuolo scivolò "rivelando un volto grigio e turgido, e una testa priva di capelli di una specie che capì non essere umana". Più tardi nell'ospedale della base, con il lenzuolo rimosso, egli vide "un essere molto piccolo, con una testa a forma di uovo più grande rispetto al corpo... gli unici elementi del viso che ricordo ora è che aveva gli occhi obliqui, due fori che avrebbero potuto essere il naso, e una piccola fessura che avrebbe potuto essere la bocca. Credo che fosse viva. C'era un odore terribile in ospedale." Aveva anche visto i detriti metallici dello schianto nel capannone che non appartenevano a un incidente aereo, perché non erano bruciati. Più tardi, "Sono stato interrogato e mi fecero firmare una dichiarazione di riservatezza. Mi è stato detto che se avessi parlato, sarebbe successo qualcosa di brutto, non solo a me, ma anche alla mia famiglia".[25]

Frederick Benthal[modifica | modifica wikitesto]

Il sergente Frederick Benthal, esperto fotografo, raccontò che lui e il caporale Al Kirkpatrick partirono in aereo da Washington DC, per fotografare il relitto e i corpi degli alieni. Essi furono condotti a nord di Roswell nella zona dello schianto, dove Benthal vide i camion che trasportavano rottami di un oggetto di qualche tipo. Poi Kirkpatrick venne condotto in un'altra zona dove venivano raccolti altri pezzi, mentre Benthal venne portato in una tenda vicina. Nella tenda fotografò alcuni piccoli corpi sdraiati su un telo: "Erano quasi tutti identici, dalla pelle scura, sottile e con teste di grandi dimensioni. C'era un odore strano dentro la tenda che puzzava come fosse formaldeide". Kirkpatrick in seguito andò in un altro sito dove c'erano camion carichi di rottami. Tutte le loro attrezzature e materiale fotografico venne confiscato. Essi tornarono alla base e poi tornarono a Washington, dove vennero interrogati e dissero di non aver visto nulla.[26]

Veterani che negano le teorie ufologiche[modifica | modifica wikitesto]

James Noce[modifica | modifica wikitesto]

James Noce lavorò nell'Area 51 negli anni sessanta e settanta per conto della CIA. A 72 anni, non più vincolato dal patto di segretezza, decise di parlare di ciò che avveniva nella base segreta, intervistato dal Seattle Times.[27]

Noce raccontò la sua esperienza e la sua partecipazione a progetti ed operazioni "black": negli anni sessanta, l'Area 51 testava aerei sperimentali come l'A-12, l'SR-71 Blackbird e l'U-2, modelli ora conosciuti che non dovevano essere resi noti durante le progettazioni e i test per ragioni logistiche. Il 24 maggio 1963, fu uno degli addetti alla copertura dello schianto di un A-12 denominato "Article 123", nello Utah. Confermò anche che per gli agenti della CIA era pratica comune intimidire i testimoni a non rivelare nulla sugli avvenimenti che non dovevano essere resi noti, e che non vi furono mai incontri ravvicinati con velivoli o creature non umane, sostenendo che le storie sugli UFO fanno comodo alla CIA e all'Air Force per nascondere i test dei prototipi segreti.

Veterani della Roadrunners Internationale[modifica | modifica wikitesto]

I veterani della Roadrunners Internationale sono militari che lavorarono all'interno di basi dell'aeronautica militare che, secondo il mondo dell'ufologia, furono teatro di operazioni dedite al contatto con velivoli e civiltà extraterrestri. Non più vincolati dal patto di segretezza, hanno fatto luce su cosa avveniva nelle basi segrete statunitensi, raccontando per esempio del progetto OXCART, un aereo spia addetto alle missioni nei territori dell'Unione Sovietica e sperimentato all'interno dell'Area 51. Hanno reso nota anche la costruzione di falsi prototipi, ideati dagli ingegneri della base per sviare le forze sovietiche, che grazie ai satelliti ad infrarossi cercavano di monitorare ciò che accadeva.

Inside Area 51: il documentario di National Geographic[modifica | modifica wikitesto]

Un documentario diretto per National Geographic Channel nell'estate del 2011 si è occupato delle attività del governo statunitense nel deserto del Nuovo Messico e, indirettamente, del caso Roswell. I veterani intervistati e i documenti dell'intelligence dimostravano come in basi come l'Area 51 venivano progettati e collaudati velivoli militari top secret, tra cui i più avanzati modelli di aerei spia o un velivolo invisibile assolutamente segreto, sviluppato all'interno dell'Area 51 e precipitato nel 1963 con conseguente copertura da parte della CIA.

Analisi delle testimonianze e ipotesi[modifica | modifica wikitesto]

Karl Pflock in un libro del 2001[28] ha effettuato un'analisi delle testimonianze prodotte da altri autori sul caso Roswell e ha riscontrato che su circa 300 testimoni solo 41 avevano avuto informazioni dirette o al massimo di seconda mano e solo 23 avevano riscontrato evidenze fisiche; di questi ultimi, solo 7 avevano pensato che si trattasse di qualcosa proveniente da un altro mondo. Pflock ha rilevato anche che solo 4 testimoni hanno detto di avere visto corpi di alieni: 3 testimoni non sono da ritenersi attendibili perché hanno cambiato versione, mentre sul quarto testimone ci sono poche informazioni. Pflock ha ipotizzato che a distanza di decenni i testimoni possano avere fatto confusione nei loro ricordi. In particolare è stato evidenziato che nel 1956 un aereo cisterna è caduto a pochi Km da Roswell, incendiandosi e uccidendo gli 11 membri dell'equipaggio, alcuni dei quali sono stati trasportati in ospedale e sottoposti ad autopsia[29]; secondo Pflock, alcuni testimoni potrebbero avere confuso i fatti del 1947 e quelli del 1956 riunendoli in un unico evento.

Mistificazioni accertate[modifica | modifica wikitesto]

Filmati di Santilli[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1994 il produttore discografico londinese Ray Santilli affermò di essere entrato in possesso di alcune bobine di pellicola cinematografica che ritraevano alcuni alieni caduti a Roswell insieme ad un disco volante e i resti di quel velivolo.[30] Il produttore dichiarò che, mentre cercava dei video musicali del famoso cantante Elvis Presley, un ex cineoperatore statunitense, Jack Barnett (pseudonimo), gli aveva venduto delle pellicole tra le quali compariva anche una autopsia eseguita da due medici su un ipotetico extraterrestre, quello che secondo gli ufologi corrisponde alla descrizione di un alieno grigio medio.

Nel 1995, Santilli vende le riprese alle televisioni e ai giornali di tutto il mondo[31]. Si tratta di quattro video in totale:

  • Il Video della Tenda (Tent Footage) mostra due medici eseguire una operazione sul corpo di un alieno disteso su un lettino all'interno di una tenda che sarebbe stata eretta sul luogo dello schianto dei dischi volanti. Un uomo, di spalle, e con indosso un impermeabile, compare per alcuni fotogrammi. Secondo Santilli si tratterebbe del presidente Truman, accorso sul posto per assistere all'operazione di recupero dei cadaveri alieni.
  • Il Video dei Detriti (Debris Footage), girato con uno stile completamente diverso rispetto al Video della Tenda, che mostra alcuni supposti detriti dell'astronave aliena catalogati e disposti su alcuni tavoli.
  • L'Autopsia Aliena (Alien Autopsy) girata con lo stesso stile del Video dei Detriti, mostra chiaramente l'esame autoptico eseguito da alcuni medici su un essere extraterrestre.
  • La Seconda Autopsia Aliena, che Santilli mostra ad alcuni suoi consulenti (Philip Mantle, Reg Presley, Maurizio Baiata) mostra una operazione simile a quella dell'Autopsia Aliena, ma eseguita su un corpo diverso. Di questo video vengono pubblicati esclusivamente due fotogrammi[31].

Le riprese di tutti i video sono in bianco e nero e senza sonoro. Nel 1995 il Video dei Detriti e l'Autopsia Aliena vengono trasmessi in Italia, prima con una anteprima mandata in onda dal programma televisivo Mixer, e poi con una serie di speciali del programma televisivo Rai Misteri, condotto da Lorenza Foschini.

Le sequenze fecero molto scalpore ma, a seguito di numerosi studi condotti sui fotogrammi e sulla location del presunto laboratorio, gli esperti hanno classificato il filmato come falso. Lo stile delle riprese, troppo moderno per una ripresa ufficiale dell'esercito nel 1947, e la presunta incapacità dei medici che eseguono l'autopsia ha gettato fin da subito dubbi sulla veridicità della ripresa.

Nel 2006 venne realizzato un film commedia dal titolo Alien Autopsy, che tratta la storia di Santilli, dal presunto ritrovamento di un filmato originale, fino all'idea di realizzarne uno in casa, da far trasmettere in tutto il mondo. In occasione del lancio del film, Santilli rilasciò una intervista per lo speciale televisivo Eamonn's Investigates, rivelando che il Video dei Detriti e l'Autopsia Aliena sono ricostruzioni effettuate a partire dalle pellicole originali acquistate da Jack Barnett. Secondo Santilli solo alcuni fotogrammi in buono stato del nastro originale sarebbero stati inseriti nella pellicola della sua ricostruzione.

In una intervista rilasciata nel documentario Alien Autopsy: The Search for Answers[32], Santilli continua a sostenere che esistano i nastri originali di Jack Barnett[31].

La foto di Penthouse[modifica | modifica wikitesto]

Manichino esposto all'International UFO Museum di Roswell.

Indirettamente collegata a Roswell è la vicenda della foto dell'alieno di Penthouse. Nel settembre 1996, dopo un'ampia campagna pubblicitaria, la rivista Penthouse diffuse la fotografia del corpo di un alieno; l'editore Bob Guccione riferì di averla avuta da una donna di cui non ha rivelato l'identità.

Poco tempo dopo la pubblicazione, si è scoperto che si trattava della fotografia del manichino di un alieno esposto al Museo Internazionale degli UFO di Roswell e realizzato da Steve Johnson (esperto di effetti speciali).[33]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Cinema e televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Roswell, regia di Jeremy Kagan (1994)
  • Prendendo spunto dal caso Roswell, nel 1999 è stata prodotta una serie televisiva (non ambientata nel 1947 ma ai giorni nostri) che si intitola Roswell, ispirata alla serie di romanzi per ragazzi Roswell High di Melinda Metz e ambientata nell'omonima località del New Mexico. Nel 2019 è stato prodotto il remake intitolato Roswell, New Mexico.
  • Roswell - Lo sbarco degli alienifilm per la televisione del 1998.
  • Roswell Conspiracies, serie animata dove il suddetto incidente è in realtà colpa di un ente segreto del Governo degli Stati Uniti, costituito per fronteggiare minacce aliene di varia natura.
  • Nel film Independence Day (1996) diretto da Roland Emmerich, viene seguita alla lettera la versione dei fatti creduta dagli ufologi, con una nave aliena che si schianta a Roswell nel 1947 per essere poi tenuta nascosta, insieme ai cadaveri degli occupanti alieni, nell'Area 51. La nave caduta viene riparata negli anni tramite l'ingegneria inversa, e ha un ruolo fondamentale nel fermare l'invasione aliena.
  • Nel film The Rock (1996) diretto da Michael Bay, tra l'elenco dei segreti militari custoditi in un microfilm rubato e nascosto dal protagonista, l'ex agente segreto John Mason interpretato da Sean Connery, si fa riferimento anche agli alieni sbarcati a Roswell.
  • Nel film Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008) diretto da Steven Spielberg, il protagonista è stato un membro dell'equipe che ha esaminato il relitto alieno precipitato a Roswell, e viene costretto dagli antagonisti a localizzare la cassa nell'Area 51 contenente il cadavere di un "essere interdimensionale".
  • Nell'episodio Invasione di pace della serie animata Buzz Lightyear da Comando Stellare i protagonisti precipitano sul pianeta "Roswell", popolato da alieni simili a grigi con abiti e tecnologia ispirati agli anni '50, che prendono la nave e ne celano lo schianto, ricreando quindi l'incidente con i ruoli inversi.
  • Nella miniserie televisiva Taken (2002), prodotto da Steven Spielberg, l'evento di Roswell è un passo fondamentale della trama. La miniserie cerca di conciliare la teoria del complotto ufologica con la versione ufficiale del pallone sonda: il velivolo extraterrestre, infatti, precipita dopo una collisione con un pallone sonda.
  • Nella puntata Gli omini verdi della serie televisiva Star Trek: Deep Space Nine i personaggi QuarkRomNog e Odo finiscono per sbaglio sulla Terra nel 1947 e il loro schianto causa gli eventi che ispirano la storia dell'incidente di Roswell.
  • Nella serie animata Futurama, un episodio della terza stagione, Il nonno di se stesso, viene rivelato che i protagonisti si celano dietro l'incidente di Roswell dopo essere finiti nel 1947 per via di un salto nel tempo accidentale; la nave del Planet Express viene creduta una nave aliena, i pezzi di Bender come i resti del disco volante schiantato e Zoidberg viene temporaneamente catturato dall'esercito, che lo sottopone a interrogatori e a un'autopsia comicamente inefficaci.
  • Nel film d'animazione Lilo & Stitch (2002) il personaggio di Cobra Bubbles si rivela un ex-agente della CIA che ha famigliarità con gli alieni per avere avuto a che fare con un altro caso Roswell avvenuto nel 1973.
  • All'inizio del film d'animazione Lupin III - Le tattiche degli angeli (2005), Lupin e la sua banda riescono a infiltrarsi nell'Area 51 per rubare un pezzo del metallo alieno appartenuto al disco volante schiantato nel 1947, per poi fuggire a bordo di un prototipo militare creato sulla base della nave aliena. Più avanti il frammento si rivela un'arma segreta, e la storia degli alieni una farsa per mascherare la verità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Immagine del velivolo non identificato schiantato sul suolo [collegamento interrotto], su cdn.disclose.tv.
  2. ^ La bufala degli alieni precipitati a Roswell, in Wired, 1º agosto 2014.
  3. ^ Ricerca Metafonica, UFO DOSSIER X: L'INCIDENTE DI ROSWELL_VOLUME TRE, 24 maggio 2018. URL consultato il 19 giugno 2019.
  4. ^ (EN) Richard Weaver e James McAndrew, The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico Desert (PDF), su airforcehistory.hq.af.milUnited States Air Force, 1995 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2007).
  5. ^ (EN) James McAndrew, The Rosswell Report: Case Closed (PDF), su contrails.iit.eduUnited States Air ForceURL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2012).
  6. ^ (EN) Timothy Printy, A Mystery on the Ranch, su home.comcast.net, 1999. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 7 settembre 2014).
  7. ^ (ENRoswell Daily Record Wednesday, July 9, 1947, su angelfire.comURL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 25 febbraio 2014).
  8. ^ (ENRAAF captures flying saucer on ranch in Roswell region, in Roswell Daily Record, Roswell, 8 luglio 1947 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2004).
  9. ^ (ENAir Force News Special Report Roswell Report: Case Closed, su Air Force Web Information ServiceUnited States Air Force, 24 giugno 1997 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).
  10. ^ (ENThe Roswell UFO Incident Story, su roswellfiles.comURL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 7 febbraio 2014).
  11. ^ Roberto PinottiUfo e extraterrestri, Giunti, 2011, pp. 321-322, ISBN 978-88-412-0746-8.
  12. ^ Berlitz-Moore, 1988, pp. 28-33.
  13. ^ Berlitz-Moore, 1988.
  14. ^ (EN) John Fleck, Roswell Myths Crash into Reality, in Albuquerque Journal, 1996. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 5 aprile 2013).
  15. ^ Salta a:a b Margherita Campaniolo e Roberto Malini, UFO. Il dizionario enciclopedico, Firenze, Giunti, 2006, ISBN 978-88-440-3278-4.
  16. ^ (EN) Richard L. Weaver, The Roswell Report Fact vs. Fiction in the New Mexico Desert, su af.mil, United States Air Force, 1995 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2006).
  17. ^ Massimiliano Teso, Roswell, su cicap.orgCICAP, 11 dicembre 2000. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 23 maggio 2013).
  18. ^ (DE) Johannes von Buttlar, Die Ausserirdischen von Roswell, Bergisch Gladbach, Bastei Lübbe, 1996, ISBN 978-3-7857-0826-2.
  19. ^ (EN) Nick Refern, Body Snatchers in the desert: The Horrible Truth at the Hearth of the Roswell Story, Simon and Schuster, 2005, ISBN 978-1-4165-1016-1.
  20. ^ (EN) Thomas Harding, Roswell was a Soviet Plot, in The Telegraph, 11 maggio 2011. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 20 maggio 2011).
  21. ^ Berlitz-Moore, 1988, pp. 33, 67-69.
  22. ^ (ENNick PopeRoswell officer's amazing deathbed admission raises possibility that aliens DID visit, in The Daily Mail, 30 giugno 2007. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 10 aprile 2008).
  23. ^ (EN) Thomas J. Carey, Donald R. Schmitt e Paul Davids, Witness to Roswell: Unmasking the 60-Year Cover-Up, ReadHowYouWant.com, 2008, ISBN 978-1-56414-943-5.
  24. ^ Dave Thomas, Roswell Update: Fading Star?, Skeptical Inquirer, Vol. 33, January-February 2009
  25. ^ (ENUFO crash in Roswell New Mexico USA 1947 incident, su hyper.net, 12 agosto 2012. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2016).
  26. ^ From Benthal's 1993 notarized statement, reported by Carey and Schmitt, 130-132; Friedman and Berliner, 103-105; also Benthal's videotaped interview in UFO Secret: the Roswell Crash, 2000, UFO Central Home Video, Inc., Venice, CA: 2001.
  27. ^ (EN) Erik Lacitis, Area 51 vets break silence: Sorry, but no space aliens or UFOs, in Seattle Times, Vancouver, 27-28 marzo 2010. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato l'11 giugno 2014).
  28. ^ (EN) Karl T. Pflock, Roswell: Inconvenient Facts and the Will to Believe, Prometheus Books, 2001, ISBN 978-1-57392-894-6.
  29. ^ (EN) Philip J. Klass, The Klass Files, vol. 47, Skeptical Inquirer, 1º settembre 1997. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2014).
  30. ^ Enrico Scalas, Autopsia di alieno offresi, su cicap.orgCICAP, 1º gennaio 2000. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 2 maggio 2014).
  31. ^ Salta a:a b c Lorenzo Paletti e Massimo Polidoro, La Prova: Autopsia di un AlienoURL consultato il 21 aprile 2021.
  32. ^ amazon.comhttps://www.amazon.com/Alien-Autopsy-Search-Answers/dp/B0881YL8XHURL consultato il 21 aprile 2021.
  33. ^ (FRL'Alien de Penthouse, su rr0.org, rro.org. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 28 settembre 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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