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Lucio Anneo SENECA

Cronaca del diluvio

CRONACA DEL DILUVIO.

dal

" Libro perduto del Dio Enki "di  Zecharia Sitchin - archeologo e studioso della scrittura cuneiforme sumera.

Nel centoventesimo shar era atteso il Diluvio, nel decimo shar del tempo vitale di Ziusudra ( Noè) si stava preparando il Diluvio, nella stazione della costellazione del Leone la valanga incombeva.(pag. 190 a 195 )...

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" Ora questo è il racconto del Diluvio che travolse la Terra e di come gli Anunnaki trassero scampo, e di come Ziusudra ( Noè) sopravvisse a bordo della barca.

 
Per giorni e giorni prima del Diluvio la Terra rimbombò e gemette come in preda al dolore; per notti e notti prima che la calamità si abbattesse , nei cieli fu avvistato Nibiru, una stella ardente; poi ci fu il buio in pieno giorno, e di notte fu come se la Luna fosse stata inghiottita da un mostro, la terra iniziò a tremare , scossa da una forza di rete fino allora sconosciuta.
 
Nel chiarore dell'alba una nuvola nera sorse dall'orizzonte, la luce del mattino si trasformò in oscurità, come se fosse velata dall'ombra della morte.
  
Poi esplose il fragore di un tuono rombante e i fulmini rischiararono il cieli.
  
" Partiamo! Partiamo!", Uru diede il segnale agli Anunnaki.
  
Accovacciati nelle barche celesti, gli Anunnaki furono fatti ascendere verso i cieli.
 
A Shurubak, a diciotto leghe di distanza , Ninagal scorse le luminose eruzioni: "Serra! Serra il portello!", così urlò Ninagal a Ziusudra. 
 
Insieme trassero giù la botola che celava il portello, a tenuta stagna , completamente isolata era la barca; al suo interno non penetrava un raggio si luce.
 
Quel giorno, quell'indimenticabile giorno, il Diluvio ebbe inizio con un rombo; nella Terra bianca, il punto più basso della Terra, le fondamenta terrestri tremavano; poi con un fragore pari a mille tuoni, la coltre glaciale scivolò dalle sue fondamenta , e fu tratta via dall'invisile forza della rete di Nibiru, schiantandosi nel mare del sud.
  
Una coltre di ghiaccio si fracassava contro l'altra, la superficie della Terra bianca si frantumava come un guscio d'uovo rotto. 
  
All'improvviso si erse un'onda di marea , la muraglia d'acqua era alta fino ai cieli.
 
Una tempesta, di una violenza fino allora sconosciuta, cominciò a ululare dal punto più basso della Terra, i suoi venti spingevano la muraglia d'acqua, l'onda di marea si propagava verso nord; verso nord avanzava impetuosa la muraglia d'acqua, e raggiungeva ormai le vette dell'Abzu.
  
Di là si diresse verso le terre popolate e travolse l'Edin. Quando l'onda di marea , la muraglia d'acqua , raggiunse Shurubak, essa sollevò la barca di Ziusudra dagli ormeggi, la scagliò da una parte all'altra e la inghiottì come un abisso d'acqua.
  
Pur se interamente sommersa, la barca tenne, neppure una goccia d'acqua penetrò al suo interno.
  
Fuori l'onda di tempesta colse di sorpresa la gente come una mortale battaglia, nessuno riusciva più a vedere il suo compagno, il suolo scomparve e ci fu solo l'acqua. 
  
Tutto ciò che prima si ergeva sul terreno fu spazzato via dalla furia delle acque; prima della fine del giorno la muraglia d'acqua, accumulando velocità, sommerse le montagne.
 
Nelle loro barche celesti, gli Anunnaki circumnavigavano la Terra. 
  
Affollando gli scompartimenti, si accovacciavano contro le pareti e si sforzavano de vedere quanto stava accadendo giù sulla Terra.
  
Dalla barca celeste in cui si trovava, Ninmah urlava come una donna in travaglio: " le mie creature riempiono le acque come libellule annegate in uno stagno, tutte le forme di vita vengono estirpate dalla tumultuosa onda marini!", così piangeva e si lamentava Ninmah.
 
Anche Inanna , che era con lei, piangeva e gemeva :" Ogni cosa, laggiù, ogni essere vivente si è trasformato in argilla!".
  
Così piangevano Ninmah e Inanna; piangevano e sfogavano i loro sentimenti.
  
Nelle altre barche celesti gli Anunnaki restarono annichiliti alla vista di quella furia scatenata, con timore reverenziale in quei giorni videro all'opera un potere più grande di loro.
  
Avvertivano la fame dei frutti della Terra  e la sete dell'elisir fermentato.
 
" I tempi vecchi, ahimè, si sono mutati in argilla!", così si dicevano l'un l'altro gli Anunnaki. 
 
Dopo l'immensa onda di marea abbattutasi sulla Terra, si aprirono le cateratte del cielo, e un rovescio di pioggia si riversò sulla Terra.
 
Per sette giorni le acque del cielo si mischiarono alle acque del Grande mondo inferiore; poi la muraglia d,acqua raggiunti i suoi limiti, cessò il suo furibondo assalto, ma le piogge dai cieli continuarono per quaranta giorni e quaranta notti.
  
Appollaiati nei cieli, gli Anunnaki guardavano in basso: là dov'era la terra asciutta c'era un mare d'acqua, e dove un tempo le montagne svettavano nei cieli, emergevano ora le loro cime, come isole circondate dalle acque; e tutti gli esseri che vivevano sulla Terra asciutta erano periti nella valanga d'acqua.
  
poi, come all'inizio, le acque si raccolsero nei loro bacini, fluttuando avanti e indietro, giorno dopo giorno il livello dell'acqua si abbassò.
  
Poi, quaranta giorni dopo il Diluvio si era abbattuto sulla Terra, anche le piogge cessarono. 
 
Dopo i quaranta giorni, Ziosudra aprì il portello della barca per ispezionare i dintorni.
  
Era una giornata luminosa, soffiava una dolce brazza, solitaria, senza alcun'altro segno di vita , la barca dondolava sul vasto mare.
 
"L'umanità e ogni cosa vivente sono spazzate via dalla faccia della terra, nessuno è sopravvissuto, tranne i pochi che restano di noi, ma non c'era terra asciutta su cui posare il piede!", così annunciò Ziusudra alla sua gente, mentre si sedeva sconsolato.  
 
In quel momento Ninagal, designato da Enki, guidò la barca verso i picchi gemelli dell'Arrara, fabbricò una vela per la barca e la condusse verso il Monte della salvezza. 
 
Impaziente ora Ziusudra; rilasciò gli uccelli che erano a bordo affinchè cercassero la terra asciutta , affinchè andassero in cerca di vegetazione li liberò.
  
Liberò una rondine, liberò un corvo, entrambi tornarono alla barca.  
 
Liberò una colomba, e quella fece ritorno alla barca con il ramoscello di un albero!
 
 La terra asciutta era emersa dalle acque. 
 
Trascorsero ancora due giorni e la barca si arrestò contro le rocce : " ll Diluvio è finito, siamo giunti al Monte della salvezza!", così disse Ninagal a Ziusudra .
  
Aprendo il portello a chiusura stagna, Ziusudra emerse dalla barca; il cielo era sereno, il sole splendeva, soffiava un dolce vento. Concitatamente egli chiamò la sua sposa e i suoi figli, affinchè uscissero all'aperto.
  
" Celebriamo il signore Enki, rendiamogli grazie!", così disse loro Ziusudra.
  
Con i suoi figli raccolse delle pietre e con esse costruì un altare, poi accese un fuoco sull'altare, con incenso aromatico fece ardere un fuoco.
  
Un'agnella, un animale senza macchia, scelse per il sacrificio, e sull'altare l'offrì in sacrificio a Enki. 
  
In quel mentre Enlil dalla sua barca celeste inviò parole a Enki:" Dalle barche celesti scendiamo a bordo dei Turbini di vento sul picco dell'Arrara per esaminare la situazione e decidere il da farsi!". 
 
Mentre gli altri nelle loro barche celesti continuavano a orbitare intorno alkla Terra , Enlil ed Enki discesero nei Turbini di vento sul picco dell'Arrara.
 
I due fratelli si incontrarono con il sorriso sulle labbra, con gioia si strinsero le braccia.
 
Poi Enlil fu sconcertato dalle zaffate che odoravano di fuoco e di carne arrostita.
  
"Cos'è mai questo?", gridò al fratello, qualcuno è forse sopravvissuto al Diluvio?".
  
"Andiamo a vedere!", gli rispose Enki con fare mite.
  
Nei loro Turbini di vento essi volarono fino all'altro picco dell'Arrara, videro la barca di Ziusudra e atterrarono accanto all'altare che egli aveva costruito.
  
Quando Enlil vide i superstiti, Ninagal fra loro, la sua furia fu senza limiti. "Ogni singolo terrestre doveva perire!", urlò adirato , e in preda alla collera si scagliò contro Enki, era pronto a uccidere suo fratello con le sue stesse mani.
  
"Non è un semplice mortale, è mio figlio!", così esclamò Enki indicando Ziusudra.
  
Per un attimo Enlil esitò. "Hai infranto il giuramento!", disse urlando a Enki." Ho parlato a una parete di canne, non a Ziusudra!", così gli rispose Enki, e riferì poi a Enlil la visione avuta in sogno. 
 
Frattanto, allertati da Ninagal, erano atterrati anche Ninurta e Ninmah nei loro Turbini di vento; quando udirono il resoconto degli eventi, Ninurta e Ninmah non si adirarono.
  
"La sopravvivenza dell'umanità dev'essere volontà del Creatore di tutto!", così disse Ninurta a suo padre.
  
Ninmah toccò la sua collana di cristalli, dono di Anu, e giurò:"Sulla mia parola, la distruzione dell'umanità non si ripeterà mai!". Ravvedendosi Enlil prese per mano Ziusudra ed Emzara,
  
la sua sposa, e così li benedisse: " Crescete e moltiplicatevi, e ripopolate la Terra!".
Così giunsero al termine i tempi antichi.



Monte Ararat, chiamati monti dell'ARRATA, infatti il monte ha due picchi, come riportato nel racconto.

Voci e loro significato.
  Il Monte Ararat è una montagna situata nel nord-est della Turchia ( provincia di Aghari) al confine tra Iran, Azerbaigian e Armenia. Nel Libro della Creazione nell'antico Testamento di Ararat è menzionato come luogo in cui seppellire l'Arca di Noè  dopo la tempesta. Un altro nome di questa montagna è " Monte Judi" menzionato nel Corano. Ha due grandi picchi vulcanici Ararat (5.156 metri) e un piccolo Ararat (3.952 metri), che in Armenia sono chiamati rispettivamente Masis e Cisse. L'altopiano tra le due cime è ricoperto di lava e rocce vulcaniche. Secondo il Revolutionary Documents Center, gli altopiani includevano questa montagna in passato sotto la proprietà iraniana, che fu data alla Turchia durante il regno di Reza Shas e nel 1926 durante la mappatura e la determinazione precisa del confine tra Iran - Turchia
 Mezzi volanti: da notare come in mancanza di un linguaggio tecnico appropriato, i mezzi volanti usati dagli Anunnaki venissero chiamati " barche celesti "e " Turbine del vento "
 Ziusudra : E' il nome sumero di NOE' ed Emzara è il nome sumero della moglie di Noè. Dal Libro dei Giubilei (160-150 a.C), considerato canonico dalla chiesa Ortodossa etiope e da Beta Israel, i nomi delle mogli dei figli di Noè sono indicati come : Emzara moglie di Noè; Sedeqetelebab, moglie di Sem; Na'eltama'uk, moglie di Cam; e Adatanese moglie di Iafet. Aggiunge che i tre figli costruirono ciascuno una città con il nome delle loro mogli. Mogli a bordo dell'Arca di Noè : http//:it.abcdef.wiki/wiki/Wives aboard Noah's Ark
 Enki : Capo degli Anunnaki rivendica la paternità di Ziosudra ( Noè ) avuto con una donna adamitica.