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Lucio Anneo SENECA

Via romana agli dei.

Via romana agli dei

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Il simbolo del Movimento Tradizionale Romano, una delle associazioni del politeismo romano contemporaneo. Le tre R, di cui una vista di fronte, sono le iniziali di "Roma Renovata Resurgit"

La via romana agli Dèi (altrimenti detta Gentilitas[1]politeismo romanotradizione romana o romano-italica o romano-italiana[2]) è la continuazione e riproposizione moderna e contemporanea della religione romana attraverso pratiche tratte o adattate dalla documentazione storica dell'antica Roma. A volte è chiamata impropriamente neopaganesimo romano.

È praticata in Italia in forma sia individuale che comunitaria, seppur non pubblica, da alcune centinaia di persone, raccolte in diverse associazioni. Gruppi minori esistono anche in altre nazioni europee e in Nord America.

Inquadramento[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni studiosi delle religioni tendono ad associare la via romana agli Dèi al gruppo di religioni appartenenti al neopaganesimo, mentre gran parte degli aderenti rifiutano sia tale associazione sia il concetto stesso di neo-paganesimo, come si è venuto a sviluppare negli ultimi decenni del Novecento[3]. Le principali associazioni aderiscono all'organizzazione delle religioni etniche europee dell'ECER (European Congress of Ethnic Religion[4]) e alla Approvation of the New Religion e non alla Pagan Federation of Aprovation[5]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Festività romaneCalendario romano e Calendario giuliano.

La via romana agli Dèi è una religione politeista. Tuttavia, a seconda delle sensibilità e come avviene anche in altre tradizioni, alcuni gruppi pongono l'accento sull'unità di fondo del divino, di cui la molteplicità sarebbe espressione.

È praticata esclusivamente in ambito privato (singoli, famiglie, comunità), perché, essendo l'antica religione di Roma una religione dello Stato, il culto pubblico appare impraticabile senza una restaurazione della Res Publica, ovvero dello Stato romano antico. Il fondamento del culto pubblico è la Pax Deorum (hominumque), cioè il patto tra gli Dei e la comunità umana giuridicamente stabilito. Trasferito in ambito privato, designa il patto non scritto tra il/i praticante/i e le proprie divinità, stabilito e mantenuto attraverso il culto che, seguendo l'antico calendario romano, ha liturgie prestabilite, pur con alcuni adattamenti all'età moderna. Tra i più importanti, il sacrificio cruento di animali non è praticato e gli dei sono onorati con offerte di incenso, di candele, di profumi, di vegetali, di vino e vivande. Come nell'ellenismo e nella stregheria è ammessa la gnosi personale non verificata, ossia, in mancanza di comunità, adorare gli dèi in solitudine. L'etica si rifà al conosci te stesso greco, alla filosofia ma soprattutto al mos maiorum romano.

Ogni individuo adulto è sacerdote di sé stesso e venera anzitutto il proprio Genio (o la propria Iuno, nel caso delle donne), i Lari familiari, divinità protettrici della propria casa, i Penati (divinità della Patria), gli dei Mani (spiriti degli antenati), in secondo luogo le divinità, alle quali sono consacrate le festività dell'anno calendariale. Tali dèi sono i dodici Olimpi coi nomi romani (GioveGiunoneMinervaMarteApolloDianaVenereBaccoNettunoPlutoneCerereVulcano e Mercurio) e altre divinità come VestaProserpinaErcoleGianoSaturnoQuirino (ossia Romolo divinizzato), Enea divinizzato, EsculapioSol InvictusMater MatutaAnna Perennaimperatori romani divinizzati come CesareAugustoTraianoAntonino PioGiuliano o Marco Aurelio, la dea RomaCibeleBellonaTellusBona Dea, ecc. e tutte quelle che considera protettrici di sé o della propria famiglia e comunità.

Le occasioni rituali importanti, come i momenti di passaggio della vita (nascita, pubertà, matrimonio, morte), le ordinarie festività annuali, i tre cardini del mese (CalendenoneIdi), i solstizi, gli equinozi e le fasi lunari sono spesso celebrati comunitariamente. In particolare, i riti legati alle fasi lunari, le calende, le none e le idi si basano sulla logica dell'evoluzione spirituale dell'individuo.[6]

Di importanza fondamentale è la lettura dei testi antichi pervenuti.[7] La tradizione gentile considera alcuni poemi epici come testi sacri, in particolare l'Iliade e l'Odissea di Omero (ambito greco), e l'Eneide di Virgilio (ambito romano). Altrettanta valenza sacra conservano gli Inni omerici e quelli orfici. Nelle fonti antiche (sia epigrafiche sia letterarie) si rinvengono molte preghiere (CiceroneLucrezio, ecc.).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Teorie della continuità[modifica | modifica wikitesto]

Differentemente da altre espressioni neopagane, come la wicca, nell'ambito della via romana agli Dei si afferma la sopravvivenza della religione pagana romana, tramandata attraverso i secoli in forma esoterica, ossia segreta e privata. In ogni caso, considerando gli Dei eterni e disponendo di fonti antiche sulla ritualità per l'officio del culto privato, non sarebbe comunque necessaria alcuna continuità storica. Nonostante l'interruzione della Pax Deorum, successiva all'abolizione del culto pubblico e le leggi di Teodosio (fine del IV secolo), che proibivano anche il culto privato, la tradizione cultuale romana non sarebbe venuta meno, ma si sarebbe conservata all'interno di alcune famiglie. Costoro l'avrebbero segretamente tramandata nel tempo, costituendo un centro sacrale occulto, che in periodi favorevoli della Storia avrebbe anche avuto visibilità e influenza nella realtà socio-politica italiana[8]Si cita[senza fonte] come esempio il sorgere a Roma, intorno alla metà del Quattrocento, dell'Accademia Romana di Pomponio Leto, di cui è nota la celebrazione rituale del Natale di Roma il 21 aprile, l'evidenza archeologica di alcune iscrizioni scoperte nell'Ottocento, la restaurazione del Pontificato Massimo, detenuto da Leto stesso. Tale Accademia fu sciolta da papa Paolo II nel 1468 e i suoi membri incarcerati o perseguitati.

Primo Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Tra l'Ottocento e il Novecento il tentativo di proporre l'adozione di alcune forme rituali pagano-romane al nuovo Stato nazionale italiano fu tentato dall'archeologo Giacomo Boni (ara graminea sul Palatinoludus Troiae, ecc.) e da ambienti esoterici della capitale.

Nel 1927 il filosofo ed esoterista Julius Evola, diede vita a Roma a una "catena magica", denominata Gruppo di Ur, e alla corrispondente rivista Ur (1927-1928); ne fece parte anche Arturo Reghini, discepolo del maestro pitagorico ed esponente di una catena iniziatica Amedeo Armentano. Nel 1928, Evola pubblicò il saggio Imperialismo Pagano, che può essere considerato il manifesto novecentesco del paganesimo politico italiano, al fine di contrastare i Patti lateranensi tra Stato e Chiesa. Spezzatosi alla fine del 1928, continuò nel 1929 la rivista Ur col nome Krur.

Nel 1929 su Krur apparve un misterioso documento, proveniente da ambienti ermetici di Roma e firmato con lo ieronimo di Ekatlos, secondo i più attribuito all'orientalista Leone Caetani. Esso conteneva l'esplicita affermazione che la vittoria italiana nella prima guerra mondiale e l'avvento successivo del fascismo sarebbero stati propiziati, se non determinati, da alcuni riti etrusco-romani, compiuti a seguito di un misterioso ritrovamento di antichi reperti magici.[9]

Secondo Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Il richiamo pubblico alla spiritualità precristiana di Roma, negli anni successivi, fino alla fine del fascismo, fu opera pressoché unicamente di Julius Evola. Da ambienti giovanili ruotanti attorno al filosofo romano riemerse, alle soglie degli anni settanta, un interesse "operativo" per la romanità pagana e per la stessa esperienza del Gruppo di Ur. Evola inserì nei suoi scritti anche concetti estranei alla religione classica romana (buddhismoinduismomagia sessualenudità rituale privata).

A seguito di ciò, a Roma, NapoliMessina nacque e si sviluppò il Gruppo dei Dioscuri, del quale Evola stesso era a conoscenza, che pubblicò una serie di quattro fascicoli dal titolo: L'Impeto della vera culturaLe due RazzePhersu maschera del Nume e Rivoluzione Tradizionale e Sovversione, per poi far perdere le sue tracce. Erroneamente considerato disciolto da alcuni autori, in particolare Renato del Ponte, il Gruppo dei Dioscuri ha continuato le proprie attività dal 1969, anche dopo la scomparsa del fondatore e guida spirituale, avvenuta nel 2000, manifestandosi in diverse regioni italiane. In Campania il reggente dei Dioscuri tenne la sua ultima e inconsueta apparizione pubblica in una conferenza intitolata "Oltre ogni distruzione - la Tradizione vive".

Un vivo interesse per la religione prisca di Roma emerse anche nella rivista evoliana Arthos, fondata a Genova nel 1972) e diretta da Renato del Ponte, autore di Dei e miti italici (1985) e La religione dei Romani (1993). Nel 1984, le esperienze dei Dioscuri messinesi furono riprese nel Gruppo Arx di Salvatore Ruta, già componente del gruppo originario, e nella pubblicazione del trimestrale La Cittadella.

Dal 1984 al 1986, tra Calabria e Sicilia, si rimanifestò anche l'Associazione Pitagorica, definita dai suoi portavoce come «lo stesso sodalizio fondato da Arturo Reghini nel dicembre del 1923», che pubblicava la rivista Yghìeia. L'associazione cessò ufficialmente di esistere nel 1988 con la morte del suo presidente, Sebastiano Recupero.

Uno dei membri, Roberto Sestito, diede poi vita ad autonome attività editoriali, dalla rivista Ignis (1990-1992), all'omonima casa editrice, al bollettino Il flauto di Pan (2000): il tema religioso e rituale pagano-romano però, malgrado le dichiarazioni di principio, fu pressoché assente. Tra il 1979 e il 1989, la casa editrice genovese Il Basilisco, pubblicò una trentina di opere nella Collana di Studi Pagani, tra le quali: SimmacoRelazione sull'altare della VittoriaPorfirioLettera ad AneboGiamblicoI MisteriProcloElementi di teologia; De Angelis, Il nome arcano di Roma; Giuliano ImperatoreInno alla Madre degli Dei; Giandomenico Casalino, Il nome segreto di Roma. Tra i collaboratori vi furono Renato del Ponte, Diego Meldi, Giandomenico Casalino e Glauco Berrettoni.

Il tema della Tradizione Romana è stato presente anche nella rivista dell'associazione Senatus di Piero Fenili e Marco Baistrocchi (quest'ultimo morto nel 1997): Politica Romana (1994-2004). Pubblicazione di elevato livello culturale, è stata considerata da molti una rivista romano-pagana, pitagorica e "reghiniana".

Un famoso attivista fu l'attore Roberto Corbiletto, morto misteriosamente in un incendio forse causato da un fulmine nel 1999.

Anni Duemila[modifica | modifica wikitesto]

Tra le realtà più significative della tradizione gentile romano-italica vi sono:

  • Il Movimento Tradizionalista Romano (M.T.R.) ideato e diretto sin dagli anni ottanta da Renato Del Ponte - studioso della romanità e autore di numerosi saggi tra cui La religione dei Romani e Dei e miti Italici entrambi ristampati da Edizioni Arya, Genova e direttore della rivista di studi tradizionali Arthos, fondata nel 1972, ora giunta al suo 49mo anno di vita. Svolge attività di studio e pratica del cultus deum prisco.
  • Movimento Tradizionale Romano (M.T.R.),[10] concepito a metà degli anni ottanta da Salvatore Ruta (Arx di Messina), Renato Del Ponte e Roberto Incardona (Centro Studi Tradizionali di Trabia, in provincia di Palermo), si richiama ritualmente ai soli culti della romanità, non senza un interesse metafisico verso il neoplatonismo. Organizzativamente era strutturato in diversi gruppi detti gentes, delle quali sopravvive, dal 2009, la sola gens Julia Primigenia di Roma, guidata da Daniele Liotta. Attualmente il M.T.R. continua a testimoniare nei tempi attuali la continuità e la viva presenza della Tradizione Romano-Italica. Facendo perno sulla Gens Iulia Primigenia si è dotato di nuovi iscritti (sparsi in diverse regioni italiane), nuove strutture, nuovo organigramma, formale statuto, valenti collaboratori e ha adottato formalmente il simbolo delle tre R incorniciate d'alloro. Inoltre ha rilanciato il portale web di comunicazione/informazione www.saturniatellus.com - testata registrata diretta dal giornalista e portavoce del M.T.R.Paolo Casolari - che è ora la sua voce ufficiale ed una apprezzata espressione della Tradizione Romano-Italica. Sul fronte internazionale, sin dal 2005 il Movimento Tradizionale Romano è entrato a pieno diritto nel WCER (World Congress of Ethnic Religions), oggi ECER (European Congress of Ethnic Religions), come membro italiano; in tale veste ha partecipato ai Congressi internazionali dei rappresentanti delle religioni etniche tenutisi in Grecia, in Lettonia, in India, in Polonia, in Lituania, sino alle ultime assise del 2016 in Cechia e del 2018 in Italia, organizzate proprio dal M.T.R. a Roma. Il resto è la cronaca dell'operatività rituale e delle attività di studio e ricerca dottrinale sulle fonti del culto, di elaborazione contenutistica, di indagine, editoriali, convegnistiche e di proiezione esterna di diversa natura.
  • La Societas Romana Pro aris et focis
  • La Associazione Tradizionale Pietas (ATP), nasce nel 2005 per volontà dell'attuale pontefice Giuseppe Barbera al fine di diffondere i valori eterni della tradizione romana gentile. I membri fondatori di ATP vengono formati da Gianfranco Barbera, membro di un importante circolo tradizionale italiano quale il C.E.U.R., nonché padre dell'attuale pontefice. Nel 2017 l'Associazione Tradizionale Pietas ha edificato il primo tempio di tradizione romana gentile aperto al pubblico. Questo Tempio è stato dedicato a Giove Ottimo Massimo e si trova in prossimità della fermata di Torre Gaia a Roma. Nel 2018 a questo si sono aggiunti altri due templi: il tempio di Minerva Medica a Pordenone ed il tempio di Apollo ad Ardea. Nel 2020 i membri dell'associazione edificano un'ulteriore tempio di Apollo a Palermo. In questo stesso anno viene raggiunto un altro importante obiettivo, la fondazione dell'Ente Pietas - Comunità Gentile. Presente in tutta Italia, attualmente è la più numerosa organizzazione di tradizione romana con più di quattrocento iscritti. L'Associazione Pietas pubblica una propria rivista omonima.
  • La Societas Hesperiana Pro Cultu Deorum, attiva dal 2010 con gruppi in EmiliaLombardia e Piemonte. È associata all'ECER (European Congress of Ethnic Religions). Le ricerche e la pratica dell'associazione si orientano nel campo del rapporto tra Roma e le differenti realtà regionali dell'Italia precedenti alla completa cristianizzazione della penisola, nonché alla ricerca sulle rimanenze pagane nelle differenti culture locali italiane e dell'arco alpino.
  • Ad Maiora Vertite,[11] nata nel 2012 per iniziativa di Emanuele Viotti, ripropone lo studio e la pratica del Culto Romano ripartendo dalle fonti antiche, lasciando in secondo piano l'esperienza 900esca (come da essi stessi dichiarato[12]). Attualmente si compone di un gruppo di appassionati, in maggioranza seguaci della Tradizione Romana, che scrivono articoli, organizzano e partecipano a conferenze, eventi, e diverse iniziative di natura storica[13] e pagana.
  • L’associazione culturale Communitas Populi Romani[14] (CPR) nasce il 9 gennaio 2013 da un gruppo di studiosi appassionati di storia e religione dell’antica Roma. La sua impronta è prettamente spirituale e il suo fine è quello di rivivere nell’attualità quotidiana il rapporto con il divino che ha caratterizzato e contraddistinto il mondo romano e che è alla base delle nostre origini religiose. La CPR è formata da persone di ogni estrazione culturale e sociale, senza alcuna distinzione di età, genere o etnia, il cui fine comune è lo studio della cultura romana e soprattutto la devozione agli antichi Dei dell’Urbe. Nel corso dell’anno la Communitas Populi Romani celebra un gran numero di riti, la maggior parte dei quali è aperta al pubblico e con testi ripresi rigorosamente dalle fonti antiche. Per quanto riguarda la struttura del rito la fonte principale è il “De agri cultura” di Marco Porcio Catone (160 a.C.). In merito alla gestualità, alle preghiere, agli inni, alle invocazioni e alle offerte, laddove possibile, le fonti sono sempre gli autori latini o comunque del mondo classico.In contrasto con altre associazioni è la folta presenza di membri appartamenti a un paganesimo eclettico e l'utilizzo di un calendario lunisolare.