ENKI E LA CREAZIONE DELL'UOMO - WIKIPEDIA
Enki e la Creazione dell'Uomo[modifica | modifica wikitesto]
Dopo sei generazioni di dei (nel racconto babilonese Enuma Elish), nella settima generazione (accadico shapattu o sabath), gli dei più giovani chiamati Igigi, i figli e le figlie di Enlil e Ninlil si rifiutano di svolgere i loro doveri e continuare nella loro opera di creazione. Abzu, il Dio delle acque dolci, co-creatore del cosmo, per punirli minaccia di distruggere il mondo inondandolo con le sue acque.
Terrorizzati, gli dei si riuniscono per cercare di salvare le loro creazioni.
Enki promette di aiutarli riuscendo a confinare Abzu nei canali di irrigazione nel Kur, sotto la sua città di Eridu.
Ma l'universo era ancora minacciato da Tiamat, infuriata a causa dell'imprigionamento di suo marito e consorte Abzu, e dietro suggerimento di suo figlio e visir Kingu, decide di portare avanti l'opera di distruzione iniziata da Abzu.
Gli dei, terrorizzati, si riuniscono nuovamente e si rivolgono ad Enki per trovare aiuto, ma quest'ultimo (che aveva imbrigliato Abzu nei canali d'irrigazione) rifiuta questa seconda richiesta di aiuto.
Gli dei cercano aiuto ovunque ed il patriarca Enlil, loro padre e dio del Nippur, promette di sconfiggere Tiamat e salvare il mondo a patto che venga incoronato re degli dei. Nel racconto babilonese, il ruolo di Enlil viene assunto da Marduk, figlio di Enki, mentre nella versione assira viene assunto da Asshur.
Così Tiamat viene sconfitta da Enlil con "le frecce del suo vento" lanciate giù attraverso la sua gola.
Ricostruendo il paradiso con un arco proveniente dalla sua costola, Enlil pone la sua coda nel cielo come la Via Lattea, e dalle sue lacrime nasce la sorgente del Tigri e dell'Eufrate.
Ma esiste ancora un problema, chi si prenderà cura del cosmo? Enki, che sarebbe potuto andare in loro aiuto, giace in un sonno profondo e non gli è possibile udire il loro lamento.
Sua madre Nammu (creatrice anche di Abzu e Tiamat) porta le lacrime degli dei ad Enki e dice:
«O figlio mio, svegliati dal mio letto, dal mio sonno, fai ciò che è saggio,
Modella i servi per gli Dei, affinché possano produrne il loro (pane?).»
Così Enki consiglia di creare i servi degli dei, l'umanità, fatti di sangue e argilla.
Questo racconto è simile alla creazione di Adamo nel Corano, dove viene raccontato di come l'umanità sia stata creata dall'argilla e un grumo di sangue (mestruale?).
Era desiderio di Enki mantenere in vita Kingu, ma gli Igigi decidono comunque di ucciderlo, convincendo infine Enki ad usarne il sangue per creare il primo uomo.
Così Enki crea il primo uomo, il primo dei sette saggi o Abgallu (*Ab = acqua, *Gal=grande, *Lu= Uomo), conosciuto anche come Adapa, con cui ha sempre mantenuto una stretta amicizia.
Enki raccoglie a sé un gruppo di divinità per aiutarlo nella sua opera, che vengono chiamati i buoni e principeschi modellatori. Così racconta a sua madre:
«O madre, le creature il cui nome tu hai pronunciato, esistono,
Legati agli dei essi saranno;
Miscuglio dal cuore di argilla che proviene da oltre gli Abissi (Il tempio di Enki, E'Abzu),
I buoni e principeschi modellatori addenseranno l'argilla
Tu, porterai i loro arti nell'esistenza;
Ninmah (la Dea Madre della terra) (Ninhursag, sua moglie e consorte) lavorerà su di te
(Nintu?) (divinità della nascita) staranno con i loro modellatori;
O madre mia, sarai tu a decretarne il fato.»
Adapa, il primo uomo ad essere modellato, si reca in seguito ad Eridu, ricoprendo il ruolo di consigliere del re, quando nella Lista dei Re, il Me del potere sovrano discende da Eridu.
Samuel Noah Kramer ritiene che i miti di Enki riguardanti i confinamenti di Abzu, siano di origine più antica della lotta tra Enki e il Drago Kur (l'oltretomba)[8].