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Lucio Anneo SENECA

CONCILIO DI EFESO -

Concilio di Efeso e la Divina Maternità di Maria

Il Concilio di Efeso e la Divina Maternità di Maria

Nel 1931, quindici secoli esatti dopo la chiusura del Concilio di Efeso, terzo dei Concilii Ecumenici, Papa Pio XI volle istituire solennemente per l'11 ottobre, la data per l'appunto della definizione finale delle verità di fede stabilite in quel consesso, o per meglio dire la data della conferma delle decisioni già prese il 22 giugno dello stesso anno, la festa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria.

 

Il Concilio d'Efeso fu convocato per il 7 giugno 431 dall'Imperatore Teodosio II, con l'accordo di Papa Celestino I, su richiesta del Patriarca di Alessandria S. Cirillo, il quale aveva avuto molto a che scontrarsi con le tesi eretiche propugnate da Nestorio. Infatti, nel pieno dei dibattiti cristologici sulle due nature di Nostro Signore, si trovò ad avere particolare successo la tesi del nestorianesimo, la quale, pur sostenendo la coesistenza di due nature in Gesù Cristo, a differenza dunque del monofisismo, negava l'unione ipostatica tra di esse, ritenendole completamente separate: l'uomo-Cristo era solo Θεόφορος, portatore di Dio, perché portava in sé l'essenza del Λόγος divino, non condividendosi però con lui totalmente. La più grande conseguenza di questa tesi era avvertibile in campo mariologico, e dunque anche nel culto mariano: essendo la natura umana di Cristo disgiunta da quella divina, solo la prima era stata generata dalla Vergine Maria, la quale era dunque Χριστοτόκος, genitrice di Cristo, e nulla più. L'eresia nestoriana rischiava tuttavia di catalizzare gran parte del mondo cristiano, dopo che, nel 428, l'eresiarca era stato nominato Patriarca di Costantinopoli, e ciò spinse il campione d'ortodossia S. Cirillo a perorare la causa del Concilio anzi all'Imperatore.

 

Ciò che permise la risoluzione in tempi rapidi del Concilio di Efeso fu un imprevisto, che fece ritardare diversi dei partecipanti: gli stessi legati del Papa di Roma arrivarono dopo la data prevista, e il Patriarca Cirillo fremeva per l'apertura delle sessioni. Il concilio fu definitivamente aperto il 21 giugno, due settimane esatte dopo, quando a mancare ormai erano solo Giovanni Antiocheno e gli altri vescovi siriani, ossia la quasi totalità dei nestoriani che avevano diritto a prender parte al Concilio. Vista la situazione favorevole, S. Cirillo, in qualità di presidente, decise di aprire le sessioni. La prima si tenne il giorno successivo: il Patriarca Alessandrino e il Papa Romano presentarono una loro professione di fede, e chiesero ai Padri di confrontarla con quella nestoriana: essi conclusero che la prima era decisamente più aderente al Credo niceno rispetto alla seconda, che fu rigettata. Nei giorni immediatamente successivi, i Padri accolsero come verità di fede la tesi sostenuta da S. Cirillo in una sua lettera privata a Nestorio, nella quale per la prima volta compariva il termine di Θεοτόκος, genitrice di Dio, dacché la Beata Vergine avea partorito "Dio come uomo". Successivamente, 197 Padri firmarono il decreto di condanna delle tesi di Nestorio come gravemente eretiche.

 

Il 26 giugno, quando giunsero Nestorio e Giovanni, trovarono la situazione precipitata, e si affrettarono dunque a convocare un conciliabolo che condannasse come eretici Cirillo e Memnone di Efeso, suo grande sostenitore. Le tensioni tra i nestoriani e i cattolici, che si ripercuotevano non solo nella conduzione di due sinodi separati (intanto, il 31 luglio anche le ultime due dichiarazioni di fede erano state firmate dai Padri Efesini), ma anche sulla popolazione locale, pure essa divisa tra ortodossi ed eretici, andarono avanti senza eventi sostanzialmente determinanti, sinché l'11 ottobre l'Imperatore Teodosio stesso sancì la fine dei lavori del Concilio, venendo conseguentemente approvati e pubblicati gli otto canoni e i dodici anatematismi elaborati durante i cinque mesi di lavoro.

 

Dopo il Concilio di Efeso, il nestorianesimo fu proclamato fuorilegge da Teodosio II all'interno dell'Impero: gli eretici fuggirono in maggior parte nel vicino Impero Sasanide, dove fu ufficialmente adottato il culto nestoriano (sinodo di Seleucia, 486), che perdurò nei secoli, conoscendo una massiccia evangelizzazione sino alla Cina, e sopravvisse anche all'ondate islamiche, resistendo tuttora in alcune Chiese Orientali, come quella Caldea, separate, indipendenti ed eterodosse, ancorché una parte di esse nel XV secolo ammendò i propri errori e si riconciliò alla Chiesa Cattolica.


Il titolo di Θεοτόκος è probabilmente uno dei più cari alla spiritualità bizantina e orientale, essendo quello con cui più spesso è invocata la Beata Vergine; non bisogna tuttavia dimenticare che nella preghiera mariana occidentale per eccellenza, l'Ave Maria, si contiene comunque l'equivalente espressione Mater Dei. La festa della Divina Maternità, che come accennavamo all'inizio si celebra l'11 ottobre nel Rito Romano, è festeggiata anche dalle altre Chiese Orientali e Occidentali, ancorché in date diverse: nel rito bizantino e in quello ambrosiano, exempli gratia, si celebra attorno al Natale di Nostro Signore, subito dopo nell'uso greco e subito prima in quello milanese.

 

ATTI DEL SACROSANTO CONCILIO DI EFESO (excerpta)

 

Sentenza di condanna di Nestorio:

 

Il santo sinodo disse: oltre al resto, poiché l'illustrissimo Nestorio non ha voluto né ascoltare il nostro invito né accogliere i santissimi e piissimi vescovi da noi mandati abbiamo dovuto necessariamente procedere all'esame delle sue empie espressioni. Avendo costatato dall'esame delle sue lettere, dagli scritti che sono stati letti, dalle sue recenti affermazioni fatte in questa metropoli e confermate da testimoni, che egli pensa e predica empiamente, spinti dai canoni dalla lettera del nostro santissimo padre e collega nel ministero Celestino, vescovo della chiesa di Roma, siamo dovuti giungere, spesso con le lacrime agli occhi, a questa dolorosa condanna contro di lui. Gesù Cristo stesso, nostro signore, da lui bestemmiato ha definito per bocca di questo santissimo concilio che lo stesso Nestorio è escluso dalla dignità vescovile e da qualsiasi collegio sacerdotale.

 

6 Canoni:

 

I. Scomunica per apostasia ai metropoliti che parteggiano per le tesi del pelagiano Celestio
II. Scomunica per apostasia ai vescovi che ritrattassero la condanna sottoscritta a Nestorio
III. Svincolamento dei chierici ortodossi dall'obbedienza ai vescovi nestoriani
IV. Deposizione e scomunica per apostasia dei chierici nestoriani
V. Conferma della deposizione per i chierici deposti dai vescovi ortodossi e reintegrati da Nestorio
VI. Scomunica per chiunque disattendesse a quanto stabilito dal Santo Concilio Efesino

 

2 Dichiarazioni conclusive:

 

I. Conferma della fede stabilita dal Concilio Niceno e anatema su chiunque si allontani da essa, con condanna della setta dei Messaliani.

II. Conferma dei diritti delle suddivisioni ecclesiastiche (Patriarcati e Provincie).

 

12 Anatematismi:

 

I. Se qualcuno non confessa che l'Emmanuele è Dio nel vero senso della parola, e che perciò la santa Vergine è madre di Dio perché ha generato secondo la carne, il Verbo fatto carne, sia anatema.

II. Se qualcuno non confessa che il Verbo del Padre assunto in unità di sostanza l'umana carne, che egli è un solo Cristo con la propria carne, cioè lo stesso che è Dio e uomo insieme, sia anatema.

III. Se qualcuno divide nell'unico Cristo, dopo l'unione le due sostanze congiungendole con un semplice rapporto di dignità, cioè d'autorità, o di potenza, e non, piuttosto con un'unione naturale, sia anatema.

IV. Se qualcuno attribuisce a due persone o a due sostanze le espressioni dei Vangeli e degli scritti degli apostoli, o dette dai santi sul Cristo, o da lui di se stesso, ed alcune le attribuisce a lui come uomo, considerato distinto dal Verbo di Dio, altre, invece, come convenienti a Dio, al solo Verbo di Dio Padre, sia anatema.

V. Se qualcuno osa dire che il Cristo è un uomo portatore di Dio, e non piuttosto Dio secondo verità, come Figlio unico per natura, inquantoché il verbo si fece carne e partecipò a nostra somiglianza della carne e del sangue, sia anatema.

VI. Se qualcuno dirà che il Verbo, nato da Dio Padre è Dio e Signore del Cristo, e non confessa, piuttosto, che esso è Dio e uomo insieme, inquantoché il Verbo si è fatto carne (43) secondo le Scritture, sia anatema.

VII. Se qualcuno afferma che Gesù, come uomo, è stato mosso nel Suo agire dal Verbo di Dio, e che gli è stata attribuita la dignità di unigenito, come ad uno diverso da lui, sia anatema.

VIII. Se qualcuno osa dire che l'uomo assunto dev'essere con-adorato col Verbo di Dio, con-glorificato e con-chiamato Dio come si fa di uno con un altro (infatti la particella con che accompagna sempre queste espressioni, fa pensare ciò), e non onora, piuttosto, con un'unica adorazione l'Emmanuele, e non gli attribuisce una unica lode, in quanto il Verbo si è fatto carne, sia anatema.

IX. Se qualcuno dice che l'unico Signore Gesù Cristo è stato glorificato dallo Spirito, nel senso che egli si sarebbe servito della sua potenza come di una forza estranea, e che avrebbe ricevuto da lui di potere agire contro gli spiriti immondi, e di potere compiere le sue divine meraviglie in mezzo agli uomini, sia anatema.

X. La divina Scrittura dice che il Cristo è divenuto pontefice e apostolo della nostra confessione, e che si è offerto per noi in odore di soavità a Dio Padre. Perciò se qualcuno dice che è divenuto pontefice e apostolo nostro non lo stesso Verbo di Dio, quando si fece carne e uomo come noi, ma, quasi altro da lui, l'uomo nato dalla donna preso a sé; o anche se qualcuno dice che ha offerto il sacrificio anche per sé, e non, invece, solamente per noi (e, infatti, non poteva aver bisogno di sacrificio chi noia conobbe peccato), sia anatema.

XI. Se qualcuno non confessa che la carne del Signore è vivificante e (che essa è la carne) propria dello stesso Verbo del Padre, (e sostiene, invece, che sia) di un altro, diverso da lui, e unito a lui solo per la sua dignità; o anche di uno che abbia ricevuto solo la divina abitazione; se, dunque, non confessa che sia vivificante, come abbiamo detto inquantoché divenne propria del Verbo, che può vivificare ogni cosa, sia anatema.

XII. Se qualcuno non confessa che il Verbo di Dio ha sofferto nella carne, è stato crocifisso nella carne, ha assaporato la morte nella carne, ed è divenuto il primogenito dei morti (47), inquantoché, essendo Dio, è vita e dà la vita, sia anatema.
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Concilio di Efeso 431
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Concilio di Efeso
 
Concili ecumenici della Chiesa cattolica
Data    431
Convocato da Imperatore Teodosio II
Presieduto da Cirillo di Alessandria
Partecipanti   200-250
(i rappresentanti papali arrivarono in ritardo)
Argomenti in discussione     Nestorianesimo, Theotokos, Pelagianesimo
Documenti e pronunciamenti conferma del Credo niceno, condanna delle eresie, dichiarazione del Theotokos
Concilio precedente: Concilio di Costantinopoli I
Concilio successivo: Concilio di Calcedonia
Storia del Cristianesimo
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Nota di disambigua - Se stai cercando altri concili svoltisi nella stessa città, vedi Concilio di Efeso (disambigua).
Il concilio di Efeso fu il terzo concilio ecumenico e si tenne nel 431 a Efeso, in Asia Minore, sotto il regno dell'imperatore Teodosio II; vi parteciparono approssimativamente 200 vescovi e si occupò principalmente del nestorianesimo. Gli atti del concilio si svolsero in un'atmosfera surriscaldata di confronto e recriminazioni.
Storia
Il nestorianesimo enfatizzava la natura umana di Gesù a spese di quella divina. Il concilio denunciò come errati gli insegnamenti di Nestorio (Patriarca di Costantinopoli), secondo cui la Vergine Maria diede vita ad un uomo Gesù, non a Dio, non al Logos (Il Verbo, Figlio di Dio). Il Logos risiedeva in Cristo, era custodito nella sua persona come in un tempio. Cristo quindi era solo Theophoros, termine greco che significa "portatore di Dio". Di conseguenza Maria doveva essere chiamata Christotokos, "Madre di Cristo" e non Theotokos, "Madre di Dio"[1]. Gli storici hanno definito i confronti tra i sostenitori di una e dell'altra posizione "controversie cristologiche".
Si veda anche Atti 19,28.
Il concilio decretò che Gesù era una persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente uomo, con un'anima e un corpo razionali. La Vergine Maria è la Theotokos perché diede alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. L'unione di due nature in Cristo si compì in modo che una non disturbò l'altra.
Il concilio dichiarò inoltre come completo il testo del Credo niceno del 325 e vietò qualsiasi ulteriore cambiamento (aggiunta o cancellazione) ad esso. Il concilio condannò inoltre il pelagianismo.
Vennero approvati otto canoni [1]:
Il canone 1 decretava l'anatema su un eretico di nome Celestio.
I canoni da 2 a 5 decretavano l'anatema sul nestorianesimo.
Il canone 6 decretava che chi non si atteneva ai canoni di Efeso era scomunicato.
Il canone 7 decretava che chi non si atteneva ai dettami del Primo Concilio di Nicea riceveva l'anatema.
Il canone 8: "Lasciate che i diritti di ogni provincia siano preservati puri e inviolati. Nessun tentativo di introdurre qualsiasi forma contraria a queste deve essere di alcuna utilità". Viene fatta menzione dei Canoni degli apostoli.
Quadro storico
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Principali rami della cristianitàRestaurazionismoAnabattismoProtestantesimoAnglicanesimo
Via media
Vetero-cattolicesimo
(Riti occidentali)Cattolicesimo
(Riti orientali)OrtodossiaMonofisismoChiesa d'OrienteRiforma protestante(XVI secolo)Grande Scisma16 luglio 1054Concilio di Efeso 431Concilio di Calcedonia 451Cristianità anticaUniati
Concili ecumenici
Note
La parola "Theotokos" non significa "Madre di Dio" ma è un sostantivo maschile della lingua greca che significa letteralmente "divinparto", cioè la divina maternità di Maria; di per sé infatti già nel Vangelo di Luca Santa Elisabetta si rivolge a Maria come "Meter tu Kuriu" ovvero "Madre del Signore".
Bibliografi
(EN) John Chapman, Council of Ephesus, in Charles George Herbermann (a cura di), Catholic Encyclopedia, 15 voll., Robert Appleton Company, New York 1907-1914, online
Franca De Marini Avonzo, Codice Teodosiano e Concilio di Efeso in: Atti dell'Accademia romanistica costantiniana, V Convegno Internazionale 1981, Perugia 1984, pp. 105-122
Amleto Giovanni Cicognani, Il concilio ecumenico di Efeso e la divina maternita di Maria, atti del congresso nazionale mariano in commemorazione del XV centenario del concilio di Efeso (431-1931): conferenza del 7 maggio 1931 nella basilica dei ss. Apostoli in Roma, Roma 1931
Luigi Scipioni, Nestorio e il concilio di Efeso: storia, dogma, critica, (Studia Patristica Mediolanensia) Vita e pensiero, Milano 1974
Francesco Erasmo Sciuto, Un episodio sconosciuto della controversia cristologica durante il Concilio d'Efeso: Euterio di Tiana contro Teodoto d'Ancira, Catania 1984
Maria Gloria Guillen Perez de Ploch, Hombres de Fe, hombres politicos: El Concilio de Efeso (431) y sus partecipantes, (Antiguedad y cristianismo 18) Universidad de Murcia, Murcia 2001
Collegamenti esterni
(EN) Edward H. Landon, A Manual of Councils of the Holy Catholic Church, John Grant, Edimburgo 1909, vol. 1, p. 254-265, online
Gli otto canoni promulgati dal Concilio di Efeso
Medieval Sourcebook: Documenti e lettere riguardanti il Concilio di Efeso
Estratti dagli atti del concilio
Michael J. Svigel, "The Phantom Heresy:Did the Council of Ephesus (431) Condemn Chiliasm?"
Testi del Concilio di Efeso in lingua italiana
Voce Concilio di Efeso di it.wiki: il materiale ivi presente è stato rielaborato in senso cattolico e integrato